Omelia (18-04-2013) |
Casa di Preghiera San Biagio FMA |
Commento su Giovanni 6, 44 "Nessuno può venire a me, se non lo attira il Padre che mi ha mandato" Gv 6, 44 Come vivere questa parola? Il lungo discorso di Gesù procede, ma ora gli interlocutori sono più definiti; non è più la folla di prima; ora il dialogo è con i Giudei che sono più diffidenti ma raffinati, scaltri e provocatori. Partono da questa considerazione: Ma chi si crede di essere questo qui? Come può dire di sé che è disceso dal cielo? La risposta di Gesù è adeguata a questo pubblico e la sua parola si fa più tagliente e definita. Gesù pone la questione sulla capacità di ri-conoscere. Ci sono insegnamenti che Dio offre a tutti ( tutti saranno istruiti da Dio)e questo è il suo modo di attrarre. Niente di coercitivo, niente che possa far pensare a determinismi o plagio. Un'attrazione legata al desiderio di conoscere; questa via alla conoscenza, intesa in senso pieno come intima condivisione, se accettata dall'uomo, porta all'ascolto, all'apprendimento e permette di arrivare a Cristo (" Chiunque ha ascoltato il Padre e ha imparato da lui, viene a me." v 45). Non venire a Cristo, non arrivare a lui, significa aver volutamente diminuito la propria capacità di conoscere, comprendere le cose e scegliere. La sottile ironia che pervade queste espressioni di Gesù, introduce una seconda provocazione: se faceva tanto scandalo alle orecchie dei Giudei che Gesù si definisse "pane di vita", cosa penseranno davanti all'espressione: il pane che io darò è la mia carne per la vita del mondo? Oggi, Signore veniamo a te, nel desiderio di conoscerti; ascoltando la tua parola, impariamo come muoverci verso te, impariamo l'unico movimento di carità che può animare e rendere felice la nostra vita. La voce di san Paolo "Se parlassi le lingue degli uomini e degli angeli, ma non avessi amore, sarei un rame risonante o uno squillante cembalo. Se avessi il dono di profezia e conoscessi tutti i misteri e tutta la scienza e avessi tutta la fede in modo da spostare i monti, ma non avessi amore, non sarei nulla. Se distribuissi tutti i miei beni per nutrire i poveri, se dessi il mio corpo a essere arso, e non avessi amore, non mi gioverebbe a niente." 1 Cor 13, 13 |