Omelia (14-04-2013)
padre Ermes Ronchi
Quella domanda: mi ami tu?

Gli Apostoli sono tornati là dove tutto ha avuto inizio, al loro mestiere di prima, alle parole di sempre: vado a pe­scare, veniamo anche noi; e poi notti di fatica, barche vuote, vol­ti delusi. L'ultima apparizione di Gesù è raccontata nel contesto della nor­malità del quotidiano. Dentro di esso, nel cerchio delle azioni di tutti i giorni anche a noi è dato di incontrare Colui che abita la vita e le persone, non i recinti sacri.
Gesù ritorna da coloro che l'han­no abbandonato, e invece di chie­dere loro di inginocchiarsi da­vanti a lui, è lui che si inginocchia davanti al fuoco di brace, come u­na madre che si mette a prepara­re da mangiare per i suoi di casa. È il suo stile: tenerezza, umiltà, custodia. Amici, vi chiamo, non servi. Ed è molto bello che chieda: portate un po' del pesce che avete preso! E il pesce di Gesù e il tuo finiscono insieme e non li distin­gui più. In questo clima di amicizia e sem­plicità, seduti attorno a un fuocherello, si svolge il dialogo stu­pendo tra Gesù e Pietro.
Gesù, maestro di umanità, usa il linguaggio semplice dell'amore, domande risuonate sulla terra in­finite volte, sotto tutti i cieli, in bocca a tutti gli innamorati che non si stancano di sapere: mi a­mi? Mi vuoi bene?
Semplicità estrema di parole che non bastano mai, perché la vita ne ha fame; di domande e rispo­ste che anche un bambino capi­sce perché è quello che si sente dire dalla mamma tutti i giorni.
Il linguaggio del sacro diventa il linguaggio delle radici profonde della vita. La vera religione non è mai separata dalla vita.
Seguiamo le tre domande, sem­pre uguali, sempre diverse: Simo­ne, mi ami più di tutti? Pietro ri­sponde con un altro verbo, quel­lo più umile dell'amicizia e del­­l'affetto: ti voglio bene. Anche nel­la seconda risposta Pietro man­tiene il profilo basso di chi cono­sce bene il cuore dell'uomo: ti so­no amico. Nella terza domanda succede qualcosa di straordina­rio. Gesù adotta il verbo di Pietro, si abbassa, si avvicina, lo rag­giunge là dov'è: Simone, mi vuoi bene? Dammi affetto, se l'amore è troppo; amicizia, se l'amore ti mette paura. Pietro, sei mio ami­co? E mi basterà, perché il tuo de­siderio di amore è già amore.
Gesù rallenta il passo sul ritmo del nostro, la misura di Pietro diven­ta più importante di se stesso: l'amore vero mette il tu prima del­l' io. Pietro sente il pianto salirgli in gola: vede Dio mendicante d'amore, Dio delle briciole, cui basta così poco, e un cuore sincero.
Nell'ultimo giorno sono certo che se anche per mille volte avrò tra­dito, il Signore per mille volte mi chiederà soltanto questo: Mi vuoi bene? E io non dovrò fare altro che rispondere per mille volte, soltanto questo: Ti voglio bene.