Omelia (15-04-2013)
Riccardo Ripoli
Questa è l'opera di Dio: credere in colui che egli ha mandato

Proprio ieri Papa Francesco ha detto che in molti non credono e si allontanano dalla Chiesa per l'incoerenza dei fedeli e dei pastori tra quello che dicono e quello che fanno, tra la parola e il modo di vivere.
Gesù ci ha dato l'esempio con la sua vita, ci ha fatto mostrato la carità verso il prossimo, il perdono, l'accoglienza, la povertà e tutti noi che crediamo ci siamo fatti prendere la mano vivendo cercando di dare un'interpretazione tutta nostra, adattata alle nostre esigenze, della Parola del Signore.
Un giorno in chiesa un sacerdote disse che la povertà di Gesù non andava imitata in senso letterale, ma dovevamo dare la nostra offerta a favore del povero. Capisco che oggi spogliarsi dei propri averi per metterli a disposizione del prossimo non sia facile, ma anche questa è incoerenza.
Il perdono poi non è cosa che ci riesca molto bene e spesso dai pulpiti si sentono sermoni sulla rappacificazione, ma poi è quello stesso sacerdote che rifiuta di darti la mano in segno di pace o ti accusa di nefandezze verso il prossimo senza conoscerti, o rifiuta il dialogo che gli proponi in segno di distinzione.
Si parla nel Vangelo di fratellanza, ma quante porte chiuse troviamo tra gli stessi cattolici o da parte di molti sacerdoti?
L'intenzione del Papa non era certo quella di essere accusatore nei confronti di nessuno, se non di un modo di vita che purtroppo, tra noi cattolici, spesso è presente: dire belle cose e poi non farle per opportunismo, convenienza, egoismo, cupidigia.
Molte persone si stanno riavvicinando alla Fede grazie alle parole di Papa Francesco, ma sopratutto all'esempio che ci da ogni giorno. Sono simboli perché un'istituzione grande e complessa come è la Chiesa non può essere trasformata in un giorno, ma l'arrivo del bel tempo lo si vede dal volo di una rondine, dalle prime timide gemme che compaiono sui rami teneri, dal cinguettio degli uccellini al mattino. Segni di un cambiamento, l'annuncio di una nuova e luminosa stagione.
Non possiamo più nasconderci dietro alle nostre interpretazioni personalizzate del Vangelo, il Signore attraverso il Papa ci chiedere coerenza.