Omelia (16-04-2013)
Riccardo Ripoli
Non è Mosè che vi ha dato il pane dal cielo

Spesso pensiamo che sia l'uomo a compiere miracoli, a darci le cose di cui necessitiamo e tendiamo ad osannarlo, a idolatrarlo, ma non ci accorgiamo che ognuno di noi è uno strumento nelle mani di Dio. Tutto ciò che ci accade di buono è dono del Signore che si serve di tutti noi per elargire il suo amore sull'umanità.
L'incontro con una persona che si rivelerà un buon compagno di viaggio, o che semplicemente ci donerà un momento di tranquillità nel bel mezzo di una tempesta, non è mai un caso, è volere di Dio, il pane ricevuto dagli ebrei in fuga dall'Egitto che ci necessita per sfamarci, per ritemprarci, per darci quella forza necessaria a proseguire il nostro viaggio della vita.
Anche se non credete dovrete però convenire che ci sono avvenimenti che tenderemmo a definire casuali, ma quante probabilità ci sono che questi avvengano? Un caso, è un caso; due casi sono fortuna; ma quando le casualità si ripetono nel tempo sempre più spesso, non vi viene il sospetto che possa esserci una regia, un volere superiore?
Quando da adolescenti ci piace una ragazza cerchiamo di capire tutto di lei e "per caso" ci troviamo nella pasticceria dove tutti i giorni entra a comprare la merenda per scuola, oppure "per caso" la incontriamo sul percorso che da scuola fa per andare a casa, o magari, "sempre per puro caso" ci ritroviamo ad una festa dove è stata invitata anche lei, o al posto vicino in pizzeria. Quale ragazza, che non sia completamente scema, può pensare che siano casualità e non il desiderio di quel ragazzo di starle vicino, di darle il suo amore?
Anche noi dovremmo allora pensare che tutto nella vita non avviene per caso, nemmeno quelle cose brutte che poi con il tempo acquistano valore per noi e per gli altri, così come avvenuto con la morte della mia mamma.