Omelia (17-04-2013) |
Riccardo Ripoli |
Che io non perda nulla di quanto egli mi ha dato Quando nasciamo riceviamo (chi crede dice da Dio, e chi non crede dalla vita) diversi doni: intelligenza, capacità di camminare, vista, casa. Chi più e chi meno. Ma sono questi i doni che dovremo mantenere, conservare con cura, far crescere? Sono i beni materiali i regali che Dio ci fa? I veri doni sono l'amore delle persone, la capacità di entrare in relazione con loro, il sorriso che elargiamo agli altri, il carattere. Nel cammino ci porge su un piatto d'argento altri valori e tante persone che riempiranno la nostra esistenza, cammineranno con noi, ci faranno riflettere, cresce, maturare. E' sempre Natale nella nostra vita, perché non passa giorno che non riceviamo qualcosa da Dio. Non fareste così anche con i vostri figli? Non comprereste loro ogni cosa che li farebbe felici? Forse però non sarebbe giusto, sarebbe un po' come viziarli, non dar loro la capacità di imparare a conquistare l'oggetto del desiderio, cosa importantissima in quanto da adulti dovranno camminare da soli. Così fa Dio con noi noi. Ci dona ogni cosa che ci possa dare la felicità, ma senza viziarci, insegnandoci a camminare da soli. Pensate come sarebbe fin troppo facile se ogni volta che pregassimo ottenessimo ciò che vorremmo, non ci sarebbe fine alla nostra fantasia e avremmo una vita monotona. Questi scarsi cento anni sulla terra dobbiamo costruire una casa, un mondo migliore per chi verrà dopo di noi. Chi ne avrà le capacità costruirà città intere e altissimi grattacieli, chi avrà meno risorse edificherà una capanna un po' storta, ma si tratterà sempre di aver aggiunto un riparo per i nostri figli. Le persone che incontriamo in questo nostro cammino, coloro che il Signore ci manda a darci una mano a costruire, sono amici preziosi, un grande dono di Gesù e non possiamo permetterci di perderli, non possiamo offenderli, tradirli, rifiutarli. Come ci rimarreste voi se vi presentaste ad una persona per dargli una mano nel suo lavoro e questa vi mandasse via preferendo continuare da sola? Ogni incontro non avviene per caso. Alcuni ci vengono inviati per incontri fugaci, per darci una mano in un particolare momento, e così come arrivano se ne vanno, ma altri ci affiancano per sostenerci. Non importa se sono simpatici, affettuosi, di buon carattere, belli o brutti, alti o bassi, intelligenti o scemi, questi sono solo aspetti di facciata, solo abiti che possono anche cambiare, ma ognuno ha un cuore, dei sentimenti, delle capacità. Come possiamo costruire una casa da soli? Potremmo essere buoni progettisti, ma sappiamo mescolare il cemento, allacciare la linea elettrica, far funzionare una caldaia, assemblare le finestre? E se anche ci riuscissimo, da soli quanto tempo impiegheremmo? Non sarebbe meglio essere veloci a costruire una casa per poi poterne costruire un'altra? In Associazione lo vedo molto bene, ci sono persone diverse, differenti culture, sensibilità, capacità, ma ognuno di loro è un bellissimo dono inviato da Gesù per aiutare tanti bambini. Non c'è uno più bravo di un altro, non uno più disponibile o migliore in qualcosa, ci sono solo tante persone che hanno risposto all'appello di Dio e sono venute ad offrire quello che avevano per collaborare alla costruzione di una, due, tre case, a edificare una città dove tanti bimbi possano trovare sollievo, a donare una carezza che dia forza a tutti noi. Grazie a tutti voi di esserci e che il Signore ci aiuti a non perdervi, a farvi sempre sentire in famiglia, a darvi il calore ed il rispetto umano che meritate. Oggi 17 aprile 2013 - Pontedera (PI) - ore 18:30 - Convego sull'affidamento |