Omelia (19-04-2013)
Riccardo Ripoli
La mia carne è vero cibo e il mio sangue vera bevanda

Carne e sangue. Si può pensare a qualcosa di più umano di questo? Carne e sangue rappresentano tutta la nostra essenza di uomini e donne: la carne che si lacera, che cresce, che muore; il sangue che scorre, che da linfa vitale, che sgorga dalle ferite. Anche la nostra anima, la spiritualità, il nostro essere è fatto di carne e sangue, intesi non in senso materiale, ma nel senso di gioia e dolori, pace e sofferenza. Chi non ha mai sofferto nella vita? Ovviamente tutti abbiamo patito per un amore finito, per la morte di una persona, per una malattia, per la perdita del lavoro, per una brutta risposta del figlio. Un insieme di situazioni che tutti noi affrontiamo più o meno quotidianamente e con le quali doverci interfacciare esaminando la nostra vita.
Roberta dice sempre "sono fatta di carne e se qualcuno mi da un pizzicotto io dico ahi perché mi ha fatto male" riferendosi ad una parola, un atteggiamento, un disinteresse.
Un dolore che passa dalle orecchie, attraversa il cuore e fa sanguinare l'anima.
Davanti al dolore le reazioni sono diverse, ma dietro ognuna di esse, vuoi che siano di rabbia o di silenziosa chiusura, di pianto o di strilla, c'è sempre una grande sofferenza.
Se ci facciamo male ad una mano o a qualsiasi altra parte del corpo ci sono delle cure per lenire il dolore, ma quando un cuore sanguina quali sono i rimedi per curarlo?
Noi uomini possiamo arrivare fino ad un certo punto, possiamo stare vicino a chi soffre, ma talvolta non è possibile perché ogni cosa che diciamo o facciamo è letta in negativo, anzi spesso siamo proprio noi la causa di quel dolore e ci troviamo impotenti perché non sappiamo come comportarci, pare che qualsiasi atteggiamento teniamo provochi altro dolore, altra sofferenza, ed invece di arginare la ferita prodottasi nel cuore, peggioriamo la situazione provocando un'emorragia. Anche mettersi da parte sembra non bastare ed alimenta il dolore.
In questi momenti, quando tutto sembra crollare addosso a due o più persone, quando pare che per certi problemi non ci sia soluzione, bisognerebbe guardare in alto ed affidarsi alla Volontà di Dio, pregarlo perché ci mandi un'idea su come dirimere una controversia, parlargli con il cuore in mano e chiedere il suo aiuto.
Da sempre ho questa forza, di non abbattermi mai davanti a nessun problema, di cercare sempre una soluzione avendo ben presente che da solo non potrei mai farcela, che in certi momenti della nostra vita dobbiamo lasciarci andare tra le sue braccia, accettare le soluzioni che non mancherà di metterci dinanzi.
E' nota la storia dell'Associazione, che coincide con la mia personale, e di come Gesù sia intervenuto nella mia vita allorquando ero disperato per la morte della mia mamma, in un momento in cui la cosa migliore sembrava essere quella di scomparire per sempre, di fuggire lontano da una realtà che mi faceva male. Sono rimasto dinanzi al problema, con la mia sofferenza, con la carne lacerata ed il sangue che scorreva a fiotti da ogni dove. Sono rimasto in piedi, inebetito, ma con gli occhi sempre rivolti a Dio, l'ho pregato tantissimo di intervenire nella mia vita, ed allora come oggi e in tutto il mio cammino l'ho sempre avuto al mio fianco. Non mi ha spianato la strada, non sempre almeno, mi ha anche tirato le orecchie, mi ha sgridato, ma sempre con l'amore di un padre, sempre con infinita dolcezza anche quando urlavo la mia rabbia e il mio dolore. Il mio obbiettivo principale non è quello di far crescere l'associazione, ma quello di essere un bravo babbo, generoso, disponibile, pieno di attenzioni, dolce e dialogante, brontolone quel tanto che basta per far crescere ed educare con valori e principi i figli che il Signore mi ha mandato. La strada è in salita e sono lontanissimo da quell'obbiettivo ideale che mi sono posto, ma con l'aiuto di Dio e delle persone che Lui mi ha posto accanto, ne sono certo, riuscirò nell'intento rispettando il prossimo e non calpestandolo per arrivare laddove vorrei.
Vi chiedo una preghiera per me, per farmi capire meglio la sofferenza che è nascosta dietro ogni persona che incontro, siano essi i miei ragazzi o i volontari dell'Associazione, gli amministratori pubblici o i contatti virtuali su internet.
Esserci per gli altri, così come il Signore c'è sempre per noi.