Omelia (24-04-2013) |
Casa di Preghiera San Biagio FMA |
Commento su Giovanni 12,46 «Io sono venuto nel mondo come luce, perché chiunque crede in me non rimanga nelle tenebre». Gv 12,46 Come vivere questa Parola? Nel vangelo secondo Giovanni questo brano (Gv 12,44-50) chiude tutta la prima parte e quindi introduce nella seconda, quella dell'ora di Gesù, della sua Pasqua. Per questo è significativa la ripresa della tematica della luce che incontriamo all'inizio del Vangelo, solitamente proclamato nel periodo natalizio: «In lui era la vita e la vita era la luce degli uomini; la luce splende nelle tenebre e le tenebre non l'hanno vinta... Veniva nel mondo la luce vera, quella che illumina ogni uomo...» (Gv 1,4-5.9). Lo scopo della venuta del Cristo nel mondo è chiara, fin dall'inizio: illuminare! Ogni uomo! La luce allontana il buio, dissipa le tenebre. La luce è la vita! Può succedere che qualcuno preferisca restare nel buio? Che non voglia vedere la luce? Che non voglia riconoscere chi gli offre la salvezza dalle tenebre, la vita eterna? Che ascolta le parole del Salvatore, ma non le osserva? Gesù non condanna, illumina! Chi accoglie la sua luce, compie il primo atto di fede. Mentre le tenebre iniziano a diradarsi, noi, illuminati, possiamo essere "luce" per gli altri attorno a noi. Dal canto "Sale e luce" di Giosy Cento: Luce della terra sei Gesù, infinito amore, verità, noi saremo luce, ma solo insieme a te, luce di risorti vivi in te. [...] Pasqua luminosa sei Gesù, non c'è più la notte intorno a noi. Tu sei sole e sale, la gloria tua Signore splende e accende in noi la santità. |