Omelia (26-04-2013) |
Riccardo Ripoli |
Non sia turbato il vostro cuore Quando capita una disgrazia, quando vediamo davanti a noi il peggio che la vita possa riservarci, quando il pessimismo ci assale le gambe tremano, le ginocchia si piegano ed il cuore è turbato da mille incubi. Ciò che è male diventa il peggio del peggio e non riusciamo a scorgere una via d'uscita a quella situazione tanto dolorosa. Ti interroghi se avessi potuto fare di più, se un rimprovero in meno avrebbe cambiato la situazione, se un consulto preventivo avrebbe portato ad una guarigione. Tutte domande che non troveranno risposta. Ed allora quale strada seguire? Come affrontare le situazioni che ci fanno stare male? Ognuno forse ha trovato il suo modo per reagire, per non soffrire, per accettare ciò che ci capita. Io leggo nel Vangelo questa frase "Non sia turbato il vostro cuore". A dirmelo non è uno chiunque, è questo Gesù che ci ha lasciato valori e principi, che ha parlato di amore, che ha dato una speranza. Si può non credere che sia figlio di Dio, ma non possiamo non credere alla sua dottrina, a ciò che ha insegnato con la parola e con la sua stessa vita. Quando siete bambini vi fidate ciecamente delle parole dei vostri genitori, così faccio io nei riguardi di Dio che considero mio Padre. Siamo immaturi rispetto a Lui e dobbiamo fidarci delle sue parole. Per esperienza posso dire che ogni volta che ho affrontato un brutto momento, ho sempre guardato in alto e ho affidato la mia sofferenza al Signore. Gli ho chiesto di trasformarla in amore e Lui lo ha fatto. Non bisogna pensare che il male si trasformi in situazioni a noi favorevoli, ma è certo che ogni dolore, ogni dispiacere porta con sé il germe dell'amore. Magari non ne saremo noi i befeciari, forse i nostri figli, o forse un nostro fratello che ha sofferto più di noi. A me non importa saperlo perché ho la certezza che quel dolore si trasformerà in gioia ed amore per qualcuno, e tanto mi basta affinché il mio cuore non sia turbato. |