Omelia (02-05-2013)
Riccardo Ripoli
Rimanete nel mio amore

Bisogna guardare oltre l'aspetto materiale nella nostra vita, altrimenti nulla ha un senso. Come s fa ad accettare la morte di un figlio se non si guarda oltre quella morte? Non è solo una questione di vita eterna, di Fede in Dio che ci accoglie alla fine della nostra vita mortale. Rimanere nell'amore di uno nell'altro significa che ciò che ci viene insegnato, donato da chi non è più vicino a noi, perché morto o allontanatosi, oppure abbandonato per i mille casi della vita, non viene lasciato alle ortiche, ma anzi coltivato con amore e pazienza, fatto crescere dentro di noi. Come una talea, un pezzetto di pianta, che si stacca dalla pianta principale e va a formare un altro arbusto, che ciò accada all'ombra del primo o portato lontano e trapiantato altrove. Quando quel pezzettino di vegetale crescerà, manterrà le caratteristiche della pianta dalla quale ha preso vita, pur mantenendo la propria autonomia. Anche noi dovremmo rimanere nell'amore di chi ci lascia e di chi abbandoniamo perché, indipendentemente dalle motivazioni, è giusto continuare a far crescere dentro noi gli stessi principi e ideali che abbiamo imparato.
Il giorno stesso in cui la mia mamma è morta ho sentito un profondo legame con lei, son rimasto nel suo amore e, indegnamente, provo a portare ai miei ragazzi e alle persone che incontro i valori che mi ha insegnato e che ho fatto miei, modificandoli forse nella forma in cui si manifestano, ma rimanendo gli stessi nella sostanza.