Omelia (09-04-2004)
padre Gian Franco Scarpitta
Il Venerdì della pazzia

Esponendo un suo sottile ragionamento, Paolo afferma che "mentre i Giudei chiedono miracoli e i pagani cercano la sapienza, noi predichiamo Cristo cricoifisso, scandalo per i Giudei, stoltezza per i pagani; ma per coloro che sono chiamati, sia Giudei che Greci, predichiamo Cristo potenza di Dio e sapienza di Dio..." (1 Cor 20)
Se osserviamo attentamente questa pericope essa sembrerebbe a prima vista contraddittoria, visto che in un primo momento definisce implicitamente Cristo "stoltezza" per poi attestarlo come "sapienza", sempre in relazione ai Gudei e ai pagani, ma è proprio questo modo di esprimersi paolino che compendia in fondo tutto il mistero della croce e si rende allusivo del senso reale della liturgia di questo Venerdi.

Per meglio riflettere attentamente su questa temeatica, cerchiamo di usare maggiore chiarezza. Così come avviene molto spesso ai nostri tempi, vi erano presso la prima cristianità due tendenze culturali: 1) quella giudaica che ammetteva la verità di Dio solo in relazione ad un evento soprannaturale, per la qualcosa Dio per essere tale deve per forza mostrarsi attraverso un prodigio o un evento sconvolgente; 2) qulla pagana, espressiva dello gnosticismo, della mentalità sofista, che persevererà anche nell'agnosticismo, secondo cui Dio non lo si può raggiungere che attraverso la razionalità e la conoscenza materiale sperimentale; in altre parole, secondo questa concezione Dio non esiste sempre che non si abbiano prove tasngibili su di lui.
Paolo però risponde mantenendosi ben lungi dall'assecondare sia l'una che l'altra di queste tendenze e afferma che è piuttosto attraverso quello che comunemente parlando gli uomini definisco assurdo, irreale, pazzo e inconcepibile che il vero Dio manifesta se stesso.... E che cosa c'è di più pazzo se non che un Dio muoia per l'umanità? Ecco che allora da parte cristiana non ci si deve vergognare a professare una fede che altre culture definiscono assurda ed irrazionale, perché appunto in quello che non è umanamente concepibile Dio annuncia se stesso e il suo mistero. Non per niente lo stesso Paolo anche nella medesima lettera ai Corinzi è categorico nel dire che " la sapienza dei sapienti (intellettuali, scienziati, eruditi) è stoltezza davanti a Dio, che ha scelto quello che è stolto appunto per confondere i sapienti del nostro mondo...

Ci domandiamo adesso: perché Dio ha scelto questa pazzia della croce? Perché proprio l'immolazione di se stesso nel proprio Figlio anziché l'onnipotenza di un gesto diromente e sovrannaturale? Facendo una piccola osservazione, tutte le volte che un giovane è innamorato di una ragazza avviene (almeno stando alle canzonette) che non di rado afferma che sarebbe disposto a "fare pazzie per lei"; ora, se per i comuni innamorati espressioni di tal tipo possono costituire un paradosso, nell'ottica del Dio cristiano si materializzano fattualmente perché Dio è innamorato davvero dell'umanità avendo a cuore che essa acquisti la salvezza e pertanto non può fare a meno di recuperarla attraverso il patibolo della croce, pagando il prezzo di riscatto per i peccati di tutti.
Se non fosse avvenuto che Dio morisse sulla croce, probabilmente l'uomo non avrebbe la possibilità di salvarsi essendo molteplicie di varia natura le fragilità che lo rendono di per se indegno e immeritorio; solo la folle scelta della croce poteva redimere le sue colpe.

Appunto per questo noi si è chiamati in modo del tuto speciael ad abbandonare le nostre pretese di interessato intellettualismo per disporci ad accogliere la croce come dono incondizionato: è vero che.- tornando a Paolo- i Giudei e i pagani sono abituati alle loro aspettative, tuttavia nulla esclude che essi possano percepire la realre potenza di Dio prescindendo dal miracolismo e dalla ragione per entrare nel numero di coloro che accolgono la salvezza nello spirito della sotomissione a Cristo, ma tale discorso si rende ancora più urgente per i nostri tempi, tanto interessati dall'ansia del successo attraverso il ricorso alla violenza e al guadagno facile o alla soluzione dei probliemi nei vandalici atti di terrorismo... Che cos'è tutto questo se non una affermata volontà di rifiutare la gratuittà di un Dio che per donarcisi fino in fondo è stato capace perfino di essere denominato pazzo e anche maledetto (poiché la Legge di Mosè affermava: maledetto chiunque pende dal legno)? Che cos'è la nostra ostinazione a credere secondo i nostri gusti o le preferenze del momento se non una vera e propria ostentazione di aver confuso la vera fede cristiana con un effettivo paganesimo che non farà altro che deluderci?
L'esaltazione della croce invece riafferam con forza che quello che gli uomini valutano pazzo è indice di sapienza divina...