Omelia (06-05-2013)
Casa di Preghiera San Biagio FMA
Commento su Atti 16,13

Il sabato uscimmo fuori della porta lungo il fiume, dove ritenevamo che si facesse la preghiera e, dopo aver preso posto, rivolgevamo la parola alle donne là riunite.
At 16,13


Come vivere questa Parola?

Chi parla è Paolo il rigido fariseo di un tempo, che mosso dallo zelo si era spinto fino a farsi persecutore dei cristiani. Ora lo troviamo ad agire in modo nettamente difforme dal sentire ebraico: non solo non esclude le donne dalla sua trasmissione del messaggio, cosa normalissima nel contesto socio-culturale-religioso dell'epoca, ma si rivolge esplicitamente a loro e ne accetta la generosa ospitalità.

Quale profondo capovolgimento! L'incontro sulla via di Damasco ha squarciato il velo della Legge che ne limitava le prospettive, per farlo spaziare nell'orizzonte di Dio. Ora per lui non c'è più né uomo né donna, né Giudeo né Greco, né schiavo né libero, ma solo dei figli di Dio per cui Cristo ha versato il suo sangue e a cui non può essere sottratto un dono così grande.

Ecco cosa opera la Parola quando viene accolta nella sua dimensione relazionale: si giunge a sentire non solo "come" Cristo ma "con" "in" Cristo. Si arriva fino a poter dire con Paolo: "Non sono più io ma è Cristo che vive in me".

Se il nostro sguardo è ancora discriminatorio vuol dire che siamo uditori della Parola, non suoi ascoltatori. Magari la sappiamo sviscerare esegeticamente, ma non ci scalfisce minimamente a livello relazionale, così che Cristo, anche se fatichiamo ad ammetterlo, è per noi solo un grande personaggio che ammiriamo, ma che resta estraneo al nostro vissuto.

Quanta leggerezza, Signore, in certi giudizi affrettati e discriminanti, in certi pregiudizi che elevano muri di incomprensione e diffidenza reciproca! Fammi scoprire questo tarlo corrosivo dei rapporti nei pensieri che si annidano in me, nelle parole che affiorano al mio labbro, nei comportamenti che allontanano e umiliano, perché lo schiacci con il legno della tua croce.

La voce di uno scrittore

L'altro -ogni altro- è un fratello da amare. Egli è in cammino con noi verso la casa del Padre. L'altro è Gesù.
Michel Quoist