Omelia (04-05-2013) |
Riccardo Ripoli |
Se hanno perseguitato me, perseguiteranno anche voi Quando si è ragazzi ci sono cose alle quali non crediamo, non riteniamo possibile che ciò che ci viene detto dai nostri genitori possa essere vero. Ci sentiamo super e pensiamo che a noi non accadrà mai di trovarsi in una data situazione di difficoltà. Noi siamo bravi, intelligenti, furbi, sappiamo come va il mondo, cosa vuoi che capiscano i genitori, i nonni poi, lontani mille anni luce dalla nostra mentalità aperta al mondo. Basta però poco, qualche mese di vita nel mondo degli adulti, per capire che fuori della porta di casa non è tutto rose e fiori, che il ragazzo che reputavamo essere il migliore del mondo ha anche lui un bel po' di difetti, che non c'è rispetto per le persone, che i datori di lavoro promettono e non mantengono, che nessuno ti fa lo sconto perché sei inesperto ho nella vita hai avuto problemi. Il mondo è duro ed i ragazzi se ne accorgeranno. E' giusto che si facciano la loro esperienza, ma credo che se dessero più ascolto ai genitori, alle persone che da anni dimostrano quanto bene provano per loro, la vita risulterebbe meno complicata. Se non avessero fretta di provare tutto, di uscire di casa definitivamente, se continuassero ad allenarsi restando in seno alla famiglia e facessero le cose gradualmente, avrebbero messo in banca un piccolo tesoro di esperienza guidata e accompagnata a cui attingere in futuro. Quando ero ragazzo e leggevo il Vangelo laddove dice "se hanno perseguitato me, perseguiteranno anche voi", un po' come la parola di un padre che avverte il figlio dei pericoli della vita, non lo credevo possibile, non pensavo che a comportarsi bene avremmo avuto tante persone contro. L'esperienza mi ha insegnato che se aiuti i bambini hai spesso contro le istituzioni che non hanno come scopo l'aiuto dei bambini, ma ben altri interessi, come il mantenimento del posto di lavoro, la minor spesa, l'immagine, il mantenimento di una situazione più tranquilla possibile. Se ti dai da fare cercano in tanti i difetti per annientarti, specialmente coloro che agiscono nello stesso campo. Invidia, gelosia, opportunismo sono "non-valori" piuttosto diffusi oggigiorno. Chi ha navigato nel mare della vita, attraccando nei porti della solidarietà, sa di cosa parlo. Ed anche nella Fede è così. Pensavo che professare il proprio credo non fosse motivo di odio e disprezzo, eppure basta andare a leggere in certi forum quanto accanimento ed astio c'è da parte di molti quando si parla di Dio. Un odio motivato solo dall'incapacità di dialogo e di tolleranza. Lo stesso odio che ha portato Gesù sulla croce, quello stesso odio che viene elargito a piene mani a chi si occupa del prossimo. |