Omelia (06-05-2013) |
Riccardo Ripoli |
Verrà l'ora in cui chiunque vi ucciderà crederà di rendere culto a Dio Oggi assistiamo ad un impazzimento collettivo. Forse saranno anche poche migliaia di persone, ma la cosa è scandalosa. Come è possibile inneggiare alla violenza, ad accettare un tentato omicidio premeditato, colpevolizzando la crisi e non il gesto di un uomo che con la pistola in mano ha fatto fuoco su due carabinieri, la cui unica colpa era quella di fare il proprio dovere, di lavorare per la sicurezza di noi cittadini? Ma anche se l'obiettivo fosse stato un delinquente, come è possibile pensare che la violenza, l'omicidio, possa risolvere qualcosa? La violenza genera violenza, l'odio chiama l'odio. Pensavo che il gesto di colui che a Roma ha sparato davanti alla Camera sarebbe stato condannato da tutti, che avrebbe unito il bianco ed il nero, la destra e la sinistra in un coro di "no alla violenza". Ed invece non è così. Leggo su internet di manifestazioni dove si inneggia a costui, gruppi con migliaia di utenti che lodano o quanto meno capiscono e condividono il gesto di questo signore (che fra le altre cose ha detto di aver sbagliato chiedendo perdono alla figlia del carabiniere). Insulti che corrono in rete fra i fautori dei diversi pensieri. E' vergognoso. Non ci dovremmo allora stupire se nelle nostre città c'è tanto odio e violenza, perché molti di noi inneggiano ad essa e la vedono come l'unica soluzione per risolvere i propri problemi. Vi ricordate come rimanevamo scandalizzati, leggendo i promessi sposi, quando si parlava di caccia agli untori? C'era la credenza popolare che alcune persone spargessero la peste utilizzando una sostanza giallastra che lasciavano nei luoghi più frequentati, provocando una vera e propria persecuzione, una caccia alle streghe. Oggi accade lo stesso. La politica è responsabile dell'attuale crisi? Ma lo è solo la politica? Quante volte ho sentito dire da amici e conoscenti che rifiutavano un lavoro perché non all'altezza della loro personalità, quante volte ho visto negli uffici pubblici e privati impiegati non fare il proprio dovere e stare a parlare senza lavorare, quante volte operai con le braccia conserte a chiacchierare per la strada, quante volte commercialisti che si sono messi in tasca i soldi destinati all'erario, quante volte i sindacati che si sono opposti a cambiamenti che portassero sacrifici, quante volte associazioni di beneficenza hanno truffato tante brave persone in buona fede. Ce n'è per tutti, non solo per i politici. Trovare in loro un capro espiatorio mi riporta la mente al periodo di caccia alle streghe. Avranno le loro colpe, ma non meno di tanti altri che hanno rubato o non hanno lavorato in modo adeguato. Non si può fare di tutta un'erba un fascio. Oggi siamo in una brutta situazione, ma solo restando uniti e dialogando ne potremo uscire, non certo inneggiando alla violenza o prendendo in mano una pistola per uccidere. |