Omelia (11-04-2004)
don Roberto Rossi
Commento Giovanni 20,1-9

Dopo l'intenso periodo quaresimale vissuto in chiesa, nelle attività pastorali, nelle famiglie, sento il bisogno di ringraziare il Signore per tutti i segni di fede, di amore, di impegno che vivete davanti al Signore e per il bene dei fratelli. Il Signore vi ricompensi e continui a proteggervi e a darvi forza con la grazia della Sua benedizione, ogni giorno della vostra vita. E ancora una volta auguro e imploro su ogni famiglia, su ogni persona, su ogni realtà parrocchiale... la serenità, la pace, l'amore vero, la speranza.
Vorrei augurarvi per la Pasqua proprio la speranza, che è una certezza.
Troppe cose ci rubano la speranza, troppo fatti dolorosi del mondo ci buttano nell'angoscia e nella disperazione, il modo stesso, violento e cinico, con cui siamo informati dai mezzi di comunicazione, ci fa star male.
Ma se perdiamo la speranza, non abbiamo più nulla in mano. Il mondo, senza speranza, è alla deriva; e questo vogliono i tanti sfruttatori della situazione.
Noi cristiani dobbiamo stare attenti a non perdere la speranza, perché se non la portiamo noi nel mondo questa luce e questa forza, chi la porterà?
A noi cristiani è data la fede e l'esperienza di Cristo morto e risorto, noi crediamo nella risurrezione, nella vita, nella vittoria del bene sul male. Dobbiamo crederci sempre di più, non tanto per le nostre capacità, ma per la buona volontà che ogni giorno possiamo esprimere e soprattutto perché Cristo, il Signore, è risorto: Egli è l'autore della vita, è il vincitore del male e della morte, con il suo amore. Ha realizzato questa opera di salvezza dell'umanità e la vuole portare avanti per ogni tempo e ogni luogo. La speranza è la certezza che Dio porterà a compimento ciò che ha iniziato e realizzato, è fiducia nell'uomo e nell'umanità intera, che sono capaci e vogliono lottare contro ogni male, sono capaci e vogliono costruire la pace, la giustizia, i valori umani e cristiani più veri, l'amore e il dono di sé.
Se crediamo in maniera così concreta alla risurrezione di Cristo e dell'uomo, siamo in grado di fare molte cose, piccole e grandi, per il bene dell'umanità, per un mondo migliore, per una Chiesa più santa.
Questo lo possiamo vivere già ogni giorno nelle nostre famiglie, nel lavoro e nella scuola, nella vita sociale, in parrocchia, dove ogni giorno vogliamo crescere nella fraternità, nel dialogo, nell'amicizia, nella bontà, nel servizio, nella disponibilità, nell'amore sincero.
Auguro a tutti una Pasqua di speranza vera, di certezze vere, di amore vero, disinteressato, sincero. "Non c'è amore più grande di chi dà la vita per la persona amata". Gesù lo ha fatto. Possiamo anche noi seguire il suo esempio.