Omelia (11-05-2013) |
Riccardo Ripoli |
Chiedete e otterrete A volte ci vergogniamo di chiedere, altre volte ne abbiamo paura, altre ancora non domandiamo per paura di un rifiuto. Fino in terza superiore ero così timido che la mia mamma doveva telefonare alle mie amiche per invitarle alle feste che organizzavo, poi un giorno mi disse "arrangiati" e questo mi spronò. Chi mi conosce sa benissimo che la timidezza non fa proprio più parte del mio carattere. Quando mi piaceva una ragazza la prima cosa che facevo era di andare a presentarmi alla famiglia, anche se con lei c'era solo amicizia. Questo primo contatto mi serviva poi per avanzare richieste, e la cosa funzionava, ero considerato il "bravo ragazzo" al quale ogni genitore vorrebbe affidare la propria figlia. Non chiedere equivale a rinunciare e chi non cerca di perseguire un proprio obiettivo aspettando che le cose arrivino dall'alto, chi non lotta per vedere tutelati i suoi diritti, ma si affida ad altri oppure scappa dalle proprie responsabilità è una persona debole e immatura che non ha capito che l'amore di un genitore va al di là di ogni muro o barriera. I figli spesso si fanno castelli in aria, sia in positivo che in negativo. Configurano scenari oscuri solo se vedono il genitore aggrottare un sopracciglio, oppure pensano che ciò che vorrebbero sia cosa già ottenuta. Si scontrano poi con la realtà e questo li fa maturare, anche se purtroppo a volte questo scontro fa loro del male. Chi si fida maggiormente del genitore ha meno rischio di farsi male, chi fugge da lui può ottenere subito alcuni vantaggi, certamente una maggior libertà, ma perde molto, perde qualcosa che non troverà più. Nei confronti di Dio noi facciamo lo stesso: non chiediamo oppure ci allontaniamo per paura di ricevere un no, senza pensare che quando alle nostre richieste dovesse arrivare una risposta negativa, sarebbe sempre un bene per noi ed un momento di grande crescita. |