Omelia (22-01-2012) |
Paolo Curtaz |
Commento su Marco 1,14-20 Ges・inizia il suo ministero quando sarebbe stato prudente smetterlo, inizia la sua missione in pieno clima di persecuzione verso i profeti, cos・simile al nostro, cos・come Giona, il pavido profeta, annuncia la distruzione ai Niniviti senza sapere cosa lo aspetti. L'inizio della predicazione in Galilea di Ges・・riassunta da Marco in pochi versetti densi di sconcertante novit・ Ges・annuncia una buona notizia da parte di Dio: "Il tempo ・compiuto e il regno di Dio ・vicino; convertitevi e credete nel vangelo". Il tempo ・compiuto, questo ・il momento giusto, non aspettare oltre: ora, oggi, adesso Dio ・qui. La chiamata degli apostoli ci rivela che quest'annuncio ci coglie proprio l・dove viviamo, che non abbiamo scuse di sorta, che non possiamo nasconderci dietro i troppi impegni e le troppe cose da fare, n・rimandare ad una settimana di esercizi spirituali la nostra conversione: al lavoro Ges・chiama Simone e Andrea, mentre riposano chiama Giacomo e Giovanni. Ges・passa e ci chiama, tutti, ovunque. Non ci sono condizioni per diventare suoi discepoli: l'unica cosa che ci ・chiesta ・la conversione, l'atteggiamento di chi si rende conto che la risposta vera ・nel cuore di Dio, di chi decide di mettersi davvero e sul serio in ascolto, come gli abitanti di Ninive nella prima lettura, come chi segue il suggerimento di Paolo: passa la scena di questo mondo. |