Omelia (10-04-2004) |
padre Ermes Ronchi |
Una fiumana di resistenti esce dalle viscere della terra Lunghe pellicole di oscurità, rari fotogrammi di luce. Il paradiso così vicino, la pace così vicina e poi subito perduti. I nostri giorni sembrano contestare la vittoria di Pasqua: 'la morte ingoiata dalla vita', secondo la liturgia pasquale, continua invece imperterrita ad ingoiare figli. E non conforta ripetere con Qohelet: "non c'è nulla di nuovo sotto il sole". Questa idea è biblica, eppure è sbagliata. C'è una cosa nuova sotto il sole, una cosa non prevista mai da nessuno, l'atto più rivoluzionario della storia: la risurrezione di Cristo. L'uomo ha trascinato Dio nella morte, ma la Vittima risuscita e trascina noi con lui, solleva il nostro pianeta di tombe verso un mondo diverso, "dove l'uomo non accetta più l'idea che il carnefice abbia ragione sulla sua vittima in eterno" (Max Horkheimer), dove gli imperi fondati sulla violenza e sulla menzogna crollano; dove le piaghe che la vita ha inferto a tutti i figli d'Adamo generano luce, costellazioni di gemme, dischiuse dalla primavera di Colui che ha nome Amante-della-vita. Un articolo, quasi dimenticato, del Credo dice: "è disceso agli inferi". Che cosa significa? Gli inferi sono il luogo dove Cristo inizia a risorgere, sono la profondità della materia, i sotterranei della storia, i luoghi del dolore, la dimensione oscura dell'uomo. Cristo è disceso nei miei inferi, negli oceani interiori che mi minacciano e mi generano per portarvi direzione, orientamento, luce. È disceso nelle vittime ed anche nei carnefici, perfino nel cuore di chi ama la morte, e lì opera come mite e possente energia, come seme di un mondo altro, come lievito di comunione, inizio di eternità. Cristo è disceso ed è presente nel principio e n el fondo di ogni realtà, operante e vivo. Questa è la nostra speranza: non la mia forza, ma la sua presenza, non la mia energia, ma il suo sangue. Il sangue che ricopre il Crocifisso è sangue infuocato (O. Clement), che ancora scioglie, consuma, trasforma, sospinge. E' disceso agli inferi: "se cacceranno Cristo dalla terra noi lo incontreremo sotto terra! E allora noi, gli uomini del sottosuolo, intoneremo nelle viscere della terra un inno tragico, al Dio della gioia..."(Dimitrij Karamazov). Anche se Cristo sembra allontanato dalla casa del mondo, egli è nella stanza più intima del mondo. E coloro che non accettano che il mondo avanzi così, si perpetui così, coloro che vogliono cieli nuovi e una nuova terra, sanno che la Pasqua matura come un seme di luce nella terra, come un seme di fuoco nella storia. |