Omelia (29-04-2012) |
Paolo Curtaz |
Commento su Giovanni 10,11-18 A chi sto a cuore? Chi mi sta a cuore? Per chi sono prezioso, importante, essenziale? Amiamo chi ci ama, siamo amati da chi ha un interesse nei nostri confronti. Tutti, eccetto il Dio di Gesù. Gesù, oggi, dice di essere l'unico pastore che mi ama, che mi conosce e mi valorizza, senza pensare di averne un vantaggio. Gli altri padroni sono mercenari, mi amano per avere un tornaconto. È vero: al mio datore di lavoro sto simpatico se produco, a volte anche i miei amici e i miei parenti mi amano a patto di comportarmi secondo ciò che essi si aspettano. Invece Dio ci ama gratis, quando lo capiremo? Non ci ama perché siamo buoni ma, amandoci, ci rende buoni. Non ci ama neppure per essere adorato, è libero Dio, anche dal protagonismo divino. Dio non può che amare, scrivevano i Padri della Chiesa, perché è amore puro, donato senza condizioni, gratuitamente, graziosamente, si diceva una volta. Il suo amore senza condizioni è vero e serio: Gesù sceglie di donare la sua vita, non vi è costretto, lo desidera e lo fa', perché davvero ci ama... Anche noi, a sua immagine, siamo chiamati ad amare, a dire ai fratelli che non credono quale è il vero volto di Dio, ad allontanare i mercenari che ci considerano validi solo se produciamo o consumiamo. Anche noi possiamo convertire il nostro cuore e imparare ad amare gratuitamente. |