Omelia (18-04-2004) |
don Marco Pratesi |
Corpo del Risorto, tempio dello Spirito In questa famosa scena evangelica l'apostolo Tommaso mette il dito nelle ferite di Gesù. Nel riflettere su questo passo concentriamoci su un punto particolare, ma non secondario: Gesù risorto ha un vero corpo. Gli evangelisti si preoccupano di sottolineare che Gesù non è solo un'apparizione, un fantasma o peggio una fantasia. Egli si lascia toccare e addirittura mangia con i suoi. Certo, il suo corpo non è come quello di prima, è un corpo glorificato. Il corpo di Gesù segue l'anima nella sua glorificazione, così come l'aveva seguita nella sua avventura di amore fino a restare ucciso. E' un corpo spirituale, non nel senso che è spirito, incorporeo (non sarebbe un corpo!), ma che esso è in totale armonia con lo spirito. Come l'anima, è immune da ogni male. E' pronto, pienamente corrispondente ai movimenti dell'anima, e di quella rispecchia in sé la luce. E' questa la meta ultima dell'uomo: la beatitudine che investe corpo e anima (all'opposto del reincarnazionismo). La condizione di Cristo ci svela infatti la condizione dei beati risorti: l'anima investita dalla gloria di Dio la riversa sul corpo. Allora la consonanza tra corpo e anima sarà totale. Se questa è la vocazione definitiva del corpo nei cieli e terra nuovi, già fin da ora siamo chiamati a vivere in questa prospettiva. Ciò che in noi è visibile deve essere regolato dall'invisibile; l'evidente deve rimandare al nascosto; l'immediato essere ordinato all'eterno. Su questo principio si basa ogni ascesi relativa al corpo, come pure l'etica sessuale cristiana. La sensualità e la ricerca del piacere fine a se stesso rendono il corpo opaco: esso viene a mancare di limpidità, non riesce più a lasciarsi attraversare dalla luce dell'anima; e questa non riesce più esprimersi attraverso il corpo, ma ne è come soffocata e ostacolata. Anche l'altra persona diventa solo un corpo, la sua anima, il suo essere persona, sparisce e si eclissa, non interessa: il contatto con lui è contatto col suo corpo. Il corpo, destinato alla risurrezione, deve al contrario essere al servizio della comunione, insieme a tutta la persona. Spirito del Risorto, portaci i tuoi frutti: autodominio, sobrietà, temperanza, per poter dare gloria a Dio e servire il suo progetto anche col corpo. All'offertorio: Pregate fratelli e sorelle perché questo sacrificio sia incontro col Risorto, e sia gradito a Dio Padre Onnipotente. Al Padre Nostro: Chiediamo al Padre che il suo Nome sia santificato, che tutto il nostro essere, anima e corpo, lasci trasparire la sua bontà: |