Omelia (19-08-2012) |
Paolo Curtaz |
Commento su Giovanni 6,51-58 Oggi Gesù parla di ciò che ogni domenica, stancamente il più delle volte, facciamo nelle nostre accaldate comunità. Ci crediamo? Crediamo che, grazie alla preghiera della comunità, al dono dello Spirito e all'imposizione delle mani di un prete Gesù si rende cibo? Gesù parla di questo dono semplice e tremendo, gioioso e durissimo, che ci obbliga alla fede, che ci scardina dalle abitudini. Ogni domenica ci raduniamo per ripetere la cena, un gesto di caldo affetto e di obbedienza al Maestro, ogni domenica ci nutriamo del pane della Parola e del pane Eucaristico, custodiamo questo pane nelle nostre Chiese per i nostri malati, per segnalare una Presenza nel caos anonimo delle nostre città. Siamo qui per questo, per questo ci raduniamo, perché affamati, perché abbiamo urgente bisogno di saziare il cuore, di illuminare il cammino, di credere, finalmente, senza ambiguità, senza ritrosia. Credere, fratelli, credere con tutto il cuore e con tutta l'anima. Gesù svela un mistero: non solo cibarsi di lui ci nutre il cuore, non solo ci dona la vita vera, la vita eterna, ma cibarsene con consapevolezza ci porta a vivere per lui. Lo vedo nella mia vita: più frequento il Vangelo e il Maestro Gesù e più ne resto affascinato, più ne sono innamorato, più imparo a conoscere me e gli altri. Facciamo diventare le nostre eucarestie un capolavoro di autenticità e di fede, di bellezza e lode, perché nessuno possa fare a meno di parteciparvi! |