Omelia (24-12-2012)
Paolo Curtaz
Commento su Luca 1,67-79

Ha taciuto per nove mesi il povero Zaccaria. Un ritiro obbligato, una specie di punizione, sì perché, il giorno dell'annuncio, emozionato per essere stato estratto a sorte nel servizio all'altare dell'incenso, privilegio che poteva forse accadere una volta nella vita, si era pure trovato faccia a faccia con un angelo. E non uno qualsiasi, ma l'arcangelo Gabriele, svegliatosi di pessimo umore quel giorno. Quei pochi secondi di tentennamento di Zaccaria, del tutto comprensibili, assolutamente ovvi, li aveva interpretati come mancanza di fiducia, come dubbio di fede, facendolo diventare muto. Muto per nove mesi, il tempo per riflettere. Poi, durante la circoncisione, aveva assecondato la decisione di sua moglie di chiamare il neonato col nome di Giovanni, come indicato dall'angelo. Scandalo! Una donna che decide! E Zaccaria la aveva assecondato e, infine, gli si era sciolta la lingua! E le sue parole sono parole di benedizione e di stupore, di gioia incontenibile e di professione di fede. Gli ha fatto bene il ritiro! Forse noi non abbiamo a disposizione nove mesi, ma proviamo a ritagliarci, oggi, dieci minuti di silenzio per poter lodare a gran voce il Dio che viene!