Omelia (04-02-2012)
Paolo Curtaz
Commento su Marco 6,30-34

È colmo di attenzioni, il Signore Gesù. Anzitutto nei confronti dei suoi più stretti collaboratori che vede affaticati dalle tante attività che compiono per seguirlo. Vede che sono stanchi, generosi ma consumati dalle troppe cose da fare e, allora, decide di dare un taglio all'agenda per restare e riposare con loro, per una specie di week-end dell'anima che aiuti tutti a riprendere fiato. Come sarebbe bello se, nella Chiesa, ci si accorgesse delle fatiche altrui! Se i nostri Vescovi, almeno d'ogni tanto, si occupassero del benessere reale dei loro collaboratori, i preti! Se le comunità prestassero attenzione alla qualità della vita di chi ha consacrato la vita per il vangelo e per loro stesse! Poche attenzioni, concrete, legate alla vita quotidiana, al cibo, all'igiene, alla compagnia... Succede, ed è uno strazio dell'anima, incontrare vecchi sacerdoti che hanno dato la vita per il Regno e che finiscono la loro esistenza dimenticati da tutti... E Gesù, una volta giunto nel luogo del riposo, si rimette a insegnare agli uomini, perché vede che hanno bisogno di lui. Nemmeno il riposo per il Signore diventa un idolo, e lascia che la compassione prevalga sul diritto alla vacanza. Che bello!