Omelia (28-03-2012)
Paolo Curtaz
Commento su Giovanni 8,31-42

La verità ci rende liberi. L'affermazione di Gesù ci sconcerta e ci mette in crisi: da chi o da che cosa dovremmo essere liberati? Non siamo forse la generazione che esalta la libertà come valore assoluto? Mai le persone sono state libere come lo siamo oggi! Pensiamoci bene: a patto di non essere proprio dei delinquenti patentati o di commettere dei crimini orrendi, oggi tutti, chi più, chi meno, possiamo fare le scelte che vogliamo senza essere infastiditi da chicchessia. Dobbiamo intenderci, allora. La nostra società pensa che una persona sia libera quando non ha più condizionamenti da parte di nessuno, identificando la libertà con l'anarchia che mette il proprio ego al centro di ogni decisione. Il vangelo, invece, intende la libertà dai condizionamenti, anche dal nostro ego, per potersi donare agli altri. È un "liberi da..." per diventare un "liberi per...", liberi dai condizionamenti, dalle false idee di Dio, dalla paura, dal peccato, per essere liberi di amare, finalmente. Solo la verità del vangelo ci aiuta ad essere veramente liberi, solo alla luce della Parola di Dio possiamo scoprire le nostre piccole e grandi schiavitù, per potercene liberare, infine.