Omelia (29-03-2012) |
Paolo Curtaz |
Commento su Giovanni 8,51-59 La misura è ormai colma, la sentenza di morte è scritta. Gesù si prende per Dio, attribuisce a se stesso l'impronunciabile nome scoperto da Mosè sull'Oreb. Se Dio è io sono colui che è, o meglio potremmo tradurre io sono colui che è presente, allora davvero Gesù è la manifestazione piena e definitiva di questa presenza misteriosa, il volto di Dio, Dio diventato uomo per raccontarsi. Il cammino di Quaresima ci porta fino a questo punto, fino all'essenziale della fede: Gesù pretende di essere il vero volto di Dio. Possiamo accogliere questa novità sconcertante, sapendo che la manifestazione definitiva di Gesù sarà la sua morte in croce, vera e propria ostensione del Padre, oppure prendere le pietre per lapidarlo, come ancora molti fanno, oggi. Il Padre rivela la sua gloria nei gesti di tenerezza e di benevolenza del figlio, stupiamocene ancora, nella concretezza del quotidiano. Meditando la sua Parola, vedendo i segni della sua presenza nei fratelli che ci stanno intorno, camminando per strada e odorando la primavera, facendo memoria delle tante cose che abbiamo scoperto grazie al vangelo, diamo gloria al Padre per mezzo di Gesù... |