Omelia (09-04-2012) |
Paolo Curtaz |
Commento su Matteo 28,8-15 Abbandoniamo il sepolcro in fretta, con gioia grande e non abbiamo paura, come ci suggerisce l'angelo in questo lunedì che segue la Pasqua. Non è facile abbandonare il sepolcro, superare il dolore, lasciarci alle spalle una visione dolente della fede cristiana. Ci sentiamo molto più coinvolti dalla croce di Cristo che dal sepolcro vuoto! È molto più semplice condividere una sofferenza che una gioia! La gioia cristiana è una tristezza superata! Ma, come vedremo, dobbiamo darci del tempo per convertirci alla gioia, è un percorso difficile, ancora più difficile della conversione al Dio di Gesù. Quella tomba vuota è il centro della nostra fede, se Gesù non è risorto, come scrive san Paolo, la nostra fede è inutile e vana e Gesù sarebbe solo uno dei tanti utopisti della storia finiti male... Perciò da sempre quell'evento è stato ridimensionato, negato, rifiutato. La preoccupazione del Sinedrio che corrompe i soldati è la prima di una infinita serie di negazioni che sono giunte fino a noi oggi... Ma, con fede, i discepoli ancora proclamano che il Signore è veramente risorto, che è apparso ai dodici e che ora regna presso il Padre, alleluia! |