Omelia (12-04-2012)
Paolo Curtaz
Commento su Luca 24,35-48

I discepoli di Emmaus tornano, sconvolti, e raccontano agli altri discepoli la propria esperienza. Hanno sentito la necessità impellente di comunicare la notizia, di condividere, di far sapere. Non come le nostre fragili comunità che non comunicano, non condividono, non raccontano la straordinaria novità del risorto! Eppure la Parola è affidata a noi, l'annuncio ci è consegnato, non per custodirlo gelosamente, ma per divulgarlo ad ogni uomo. E, come spesso accade ancora oggi, quando i discepoli parlano dell'incontro col Maestro con passione e convinzione, il Maestro appare, si manifesta, si rende presente e porta i doni della pace, dello Spirito, del perdono. Quando parliamo con passione di Cristo, Cristo si manifesta. La presenza del risorto, nella nostra vita, è profondamente legata alla pace del cuore, cioè alla consapevolezza d'essere amati, d'essere coinvolti in uno straordinario progetto di bene, allo Spirito, dono ai credenti che ci permette di incontrare Gesù come qualcuno di vivo e non come un ricordo del passato, e al perdono che proviene dal risorto che ha perdonato i suoi assassini e chiede a noi di diventare portatori di vita nuova.