Omelia (17-04-2012)
Paolo Curtaz
Commento su Giovanni 3,7-15

Nicodemo è spaesato: Gesù lo invita a rinascere dall'alto, a cambiare mentalità. Non deve avere paura di dichiararsi insoddisfatto della sua fede, non deve aver paura di ammettere che tutta la sua conoscenza non lo porta verso Dio! Nicodemo, saggio di Israele, fariseo zelante, scopre che tutta la sua scienza teologica scompare davanti alla disarmante semplicità delle parole di Gesù. Gesù afferma di sapere di cosa parla perché ne fa esperienza, perché egli discende dall'alto, non come i farisei che cercano, dal basso, di imporre agli altri la verità su Dio che presumono di conoscere. Gesù, poi, fa una misteriosa profezia, richiamando il saggio Nicodemo alla difficile immagine del serpente di bronzo issato per difendere il popolo dai morsi dei serpenti. Non sa che pensare, Nicodemo, non riesce e capire. Gesù esprime, in quell'immagine, la sua ferrea volontà di salvare il popolo, costi quel che costi, e già, all'orizzonte, si intravvede la croce e il Golgota. Lo Spirito, dono del risorto, soffi con abbondanza su noi, per aiutarci a capire la profondità della volontà del Signore, l'unico che conosce Dio con verità assoluta.