Omelia (19-04-2012)
Paolo Curtaz
Commento su Giovanni 3,31-36

È esplicito, Gesù: non abbiamo scuse, ora che egli è venuto in mezzo a noi. Non c'è nessun altro Messia da aspettare, nessun altro che debba o possa raccontarci chi sia veramente Dio. È lui, il figlio, che ci parla del Padre, che ci svela, finalmente, il vero volto di Dio. E noi, che idea di Dio abbiamo ancora? E la Chiesa, quante volte fatica ad esprimere chiaramente il volto di Dio, tornando a parlare, nonostante tutte le buone intenzioni, del solito vecchio Dio delle nostre paure! Tutta la nostra vita deve essere una rinascita, una progressiva liberazione, come quella di Nicodemo. Ascoltare il vangelo, meditarlo con costanza, confrontarci alla luce dello Spirito dato in abbondanza sono atti che diventano lo strumento per imparare, alla scuola del Maestro, chi è veramente Dio. Ma chi non obbedisce, cioè chi non ascolta da adulto, e in piedi la parola del Signore, resta nella morte, dimora cioè in una visione mortifera di Dio e della fede e l'ira di Dio si accumula su di lui. Cioè: se non abbiamo il desiderio e il coraggio di abbandonare la nostra vecchia idea di Dio, continuiamo ad accumulare dentro di noi una sua visione negativa e pericolosamente ostile...