Omelia (25-04-2012) |
Paolo Curtaz |
Commento su Marco 16,15-20 Oggi la Chiesa festeggia la presenza di san Marco, discepolo del Signore e primo, fra di essi, ad avere avuto l'idea di scrivere un resoconto ordinato della vita e della predicazione del Signore Gesù. Onore al giovane Marco, nell'anno in cui leggiamo per intero il suo straordinario vangelo! Adolescente di Gerusalemme, Giovanni Marco è uno dei discepoli del Signore nella capitale ed è a casa di sua madre, sul monte Sion, che la comunità apostolica si raduna quando è a Gerusalemme, ed è probabilmente proprietà dei suoi famigliari l'orto degli ulivi nella valle del Cedron dove Gesù si radunava volentieri a pregare. Di lui sappiamo poco: prima ha seguito il focoso Paolo nel suo viaggio missionario ma, dopo una crisi di nostalgia, da Creta è tornato a casa, rimandato a casa dall'intransigente apostolo delle genti. Rifugiatosi sotto la protezione del buon Pietro, lo ha seguito fino a Roma dove, secondo la tradizione, ha messo per iscritto la predicazione riguardante il Signore Gesù. Il suo è un vangelo "petrino", suggerito in gran parte dall'apostolo. Per una scorretta datazione, sin dal tempo di sant'Agostino, si pensava che il suo scritto fosse un riassunto di Matteo. La critica testuale ottocentesca gli ha ridato il ruolo che gli spetta: sono Matteo e Luca ad avere trascritto per intero il suo testo, aggiungendo altri particolari. Grazie, Marco! |