Omelia (27-04-2012) |
Paolo Curtaz |
Commento su Giovanni 6,52-59 Nutrirsi di Cristo, accedere a lui, partecipare alla sua vita divina ci spalanca alla vita eterna che, come dicevamo nei giorni scorsi, è già iniziata per ciascuno di noi. La vita che viviamo nella carne diventa, allora, il modo di scoprire la vita vera, la vita altra, quella nascosta nell'intima profondità dell'anima. Il discorso del pane di vita alla sinagoga di Cafarnao giunge al suo culmine: Gesù desidera darsi in "pasto" ai suoi discepoli. E lo farà veramente, da qui a qualche mese, in quella cena che segna l'inizio della Passione. Noi crediamo che, rifacendo quei gesti, in obbedienza al comando del Signore del "fate questo in memoria" di me, il Signore si rende presente e noi possiamo accedere alla sua vita intima. Chi ne fa esperienza lo sa: un'eucarestia vissuta con fede, con attenzione, con intensità ci spalanca alla comunione con Cristo. Gesù risorto si rende presente, ormai, attraverso dei segni in cui sono il nostro cuore e la nostra fede ad essere protagonisti. Che questo tempo pasquale faccia rifiorire in noi la gioia di poterci nutrire di Cristo nel cammino della comunità che si incontra per la cena del Signore, ogni domenica. |