Omelia (02-05-2012) |
Paolo Curtaz |
Commento su Giovanni 12,44-50 Gesù grida ad alta voce, nel Tempio, sperando di essere ascoltato. Grida, perché le nostre orecchie sono oppresse dalle troppe voci, dai troppi rumori che ci allontanano da noi stessi. Grida, perché gli uomini religiosi del suo tempo credono di possedere Dio e ignorano la sua voce. Grida, il Maestro, e ricorda a tutti che Dio non è un preside burbero che ci coglie in fallo, ma un padre che desidera solo la salvezza dei suoi figli, ad ogni costo. Ha parlato Dio, in Gesù Cristo: non possiamo far finta di non sapere, non possiamo passare il tempo ad aspettare che Dio ci bussi alla porta. Le Parole sono dette, scolpite sulla pietra, sono loro che ci giudicano. Mi immagino la scena quando, il giorno della nostra morte, vedremo la bellezza di Dio e diremo: l'avessi saputo prima, Signore, quanta inutile sofferenza avrei evitato! Cosa ci dirà, allora il Signore? Diciamocelo chiaro, amici: Dio ci ha parlato, in Gesù, non dobbiamo aspettare altre parole. Scrutiamo le Scritture, allora, dedichiamo del tempo a lasciarci scavare e convertire da quello che il Signore ci ha detto e che resta come metro di riferimento per ogni nostra scelta... |