Omelia (18-04-2004)
padre Paul Devreux
Commento Giovanni 20,19-31

Mi è facile capire la gelosia e il senso di frustrazione che vive Tommaso, per il fatto di non aver visto Gesù risorto. E' geloso degli altri e arrabbiato con se stesso, per l'essere uscito proprio in quel momento. Forse è arrabbiato anche con Gesù, che non ha aspettato che tornasse.

Tommaso rappresenta tutti i nostri sentimenti di frustrazione nei confronti di un Dio che gioca a nascondiglio solo con me.

Dietro la reazione di rabbia di Tommaso, che dice di voler mettere le dita nelle piaghe di Gesù, c'è una sofferenza e un bisogno, al quale Gesù guarda, e per ciò si manifesta: il bisogno di vedere l'amico Gesù.

E' come quando dico che desidero tanto rivedere una persona che mi è cara. In realtà mi è cara perché ho ricevuto tanto da quella persona e desidero ricevere ancora. Ma rivedere Gesù è molto di più! E' come vedere Dio e la prospettiva di una vita eterna. Vedere Gesù significa ricevere ancora di più di tutto ciò che già mi ha dato. Non vederlo sarebbe come non ricevere ciò che ha di più importante da darmi.

Certamente è beato chi riesce a fidarsi della testimonianza degli altri e a credere, ma io ho bisogno di vedere Gesù. Dopo è tutto talmente più facile.

Signore grazie per tutte le volte che mi hai concesso di vederti presente e operante nella mia vita e nella vita degli altri. Donami di vederti sempre di più. Te lo chiedo per me e per tutti quelli che hanno bisogno d'incontrarti.