Omelia (16-05-2013) |
Riccardo Ripoli |
Tutti siano una sola cosa Braccia, gambe, testa sono parti individuali, ma sono tutte parte di un unico corpo, ognuna con una propria funzione, ma il corpo senza alcune di queste sarebbe menomato. Così è nella nostra vita. Ognuno di noi è un individuo con le proprie caratteristiche, ma è anche parte di un corpo che il mondo in cui siamo inseriti. Se ognuno facesse il proprio dovere con coscienziosità, onestà ed altruismo, tutto il corpo se ne avvantaggerebbe. Purtroppo oggi si assiste ad un forte individualismo ed egoismo, ognuno va per la sua strada senza preoccuparsi del prossimo, anzi in molti casi cerando di sopraffare gli altri per avere un maggior godimento. Questa divisione porta a cattive relazioni, diffidenza, sete di rivalsa e l'intera società rischia di andare a rotoli, perché se è vero che un corpo senza una mano o senza un braccio può vivere lo stesso, provate a vedere come possa essere la vita senza un rene, la milza, le gambe e le braccia. Quanta fatica, quanta sofferenza, eppure basterebbe un po' più di solidarietà per aiutare quei membri del corpo che più di altri faticano ad andare avanti. Quando da bambino andavo in montagna a camminare con la mia mamma correvo e saltavo, prima velocemente, poi rallentando, finanche a dovermi fermare per riposare. La mia mamma invece saliva lentamente, sempre con lo stesso passo e faceva molta più strada di me. A volte sembra che correre ci porti prima al traguardo, ci fa sembrare la vita più piena e gioiosa, ma la maturità ci insegna che l'incedere un passo alla volta, alla fine, darà risultati migliori. |