Omelia (12-05-2012) |
Paolo Curtaz |
Commento su Giovanni 15,18-21 È un'esperienza che fanno in molti: dopo avere incontrato il Signore, dopo avere cambiato la nostra vita lasciandola illuminare dal vangelo, dobbiamo fare i conti con l'ostilità di chi ci sta accanto e non crede. A volte sono proprio i famigliari o gli amici a non capire le nostre scelte, ci prendono in giro, sono perplessi dalle nostre manifestazioni di fede (che è sempre meglio tenere per sé), può succedere, addirittura, di essere umiliati o presi in giro. Niente paura: è tutto previsto. Il Signore sa bene che l'unico modo per cambiare idea è quello di incontrare Dio. Con lui o senza di lui è tutto diverso, ma solo incontrandolo e convertendosi si riesce a capire questa cosa! Per molti la fede è un hobby, una moda, una tendenza: ci sono persone che amano il bridge o la musica classica e altri che hanno il "pallino" della fede. Non è così, e lo sappiamo bene: la fede è un'esperienza coinvolgente, che cambia la nostra prospettiva. Non pretendiamo, allora, di essere capiti, relazioniamoci con oculatezza e prudenza con chi disprezza la fede, per non gettare il prezioso tesoro del Vangelo in pasto a chi non lo capisce. E sorridiamo: abbiamo Gesù come Maestro! |