Omelia (05-06-2012)
Paolo Curtaz
Commento su Marco 12,13-17

Possiamo passare il tempo ad ascoltare qualcuno che dice qualcosa di significativo, che ha qualcosa da dire, che illumina le nostre scelte e la nostra intelligenza. Oppure possiamo credere di sapere già tutto e passare il tempo a cercare approvazione. O a cogliere in fallo chi la pensa diversamente. Esattamente come succede nel vangelo di oggi. La trappola è ben tesa, non c'è che dire: pagare o no le tasse ai romani? Non è mai una gioia pagare le tasse, ma farlo agli invasori! La domanda è ben posta, ma è un bel trappolone: se Gesù dice "sì" sembra avvallare l'occupazione romana. Se dice "no" si mette dalla parte dei violenti che sognano una rivolta. Gesù ne esce benissimo, come al solito: chiede una moneta e questi la tengono ben nascosta nelle loro tasche: fanno i puritani ma poi, come tutti, si adeguano. L'affermazione di Gesù è diventata proverbiale (ed enigmatica): diamo alle realtà terrene ciò che appartiene alle realtà terrene e a Dio ciò che è Dio! Non mischiamo i piani, facciamo ordine nella nostra vita, diamo una priorità a ciò che è veramente essenziale. Al primo posto mettiamo Dio e la ricerca interiore.