Omelia (29-06-2012)
Paolo Curtaz
Commento su Matteo 16,13-19

La Chiesa celebra con solennità, oggi, Pietro e Paolo, le colonne. Degli apostoli sono certamente stati i più significativi e i più importanti: per le loro vicende, per la loro fede, per il loro comune destino.

È bellissimo il fatto che oggi la Chiesa celebri insieme due santi così diversi eppure così simili nell'esperienza di fede. Diversi per formazione: l'uno pescatore, l'altro intellettuale; diversi per provenienza: l'uno nato e vissuto in Galilea, ai confini del mondo, l'altro nato all'estero, in una grande città cosmopolita, Tarso, e cresciuto a Gerusalemme; diversi per esperienza di fede: l'uno chiamato da Gesù, l'altro che ha conosciuto Gesù solo dopo la sua resurrezione; diversi per capacità apostolica: l'uno più prudente, timido, riflessivo, l'altro focoso e appassionato, grande predicatore. Meglio: Luca ci racconta che Pietro e Paolo si sono anche presi a male parole quando si è trattato di capire come sviluppare la nascente fede cristiana. E molti, anche nella storia della Chiesa, li hanno contrapposti: Pietro il garante della fede e Paolo il "padre" di tutte le eresie perché alle sue lettere si sono ispirati i grandi scismatici. Ma, e questo è ciò che amo della Chiesa!, pur così diversi Pietro e Paolo si sono rispettati ed amati nel Signore, e hanno capito che ognuno aveva un ruolo specifico da portare avanti. Insieme, a Roma, hanno reso gloria al medesimo Cristo che li aveva conquistati. Che bello!