Omelia (07-07-2012) |
Paolo Curtaz |
Commento su Matteo 9,14-17 Gesù è accusato di essere poco devoto. Fa sorridere, ma è proprio così. Gesù non si presenta affatto come un mistico infervorato, non pratica lunghi digiuni e non ostenta le sue preghiere, non si mostra nelle piazze vestito in lunghe vesti, come solevano fare i rabbini del tempo. Il confronto con Giovanni Battista è impietoso: rispetto all'ascetico e consumato profeta del deserto, Gesù appare come un beone e un mangione. E invita i suoi discepoli ad ammirare i gigli del campo, a imitare i bambini, a gioire come la massaia che ritrova la moneta perduta, non a fare digiuno come invece fanno i discepoli del Battista. La ragione è semplice: come si può stare a dieta il giorno delle nozze del nostro migliore amico? Lo sposo è con noi, amici, non assumiamo aria melanconica, non giochiamo a fare gli asceti e i mistici. Lo sposo è con noi, togliamoci gli abiti stracciati e consunti di chi pensa di far piacere a Dio fuggendo le legittime gioie che egli ci regala! Ci sono dei momenti, nella vita, in cui saremo chiamati a digiunare e a fare penitenza, quando avremo necessità di orientare emozioni ed istinti per ritrovare la traccia che conduce verso Dio. Ma oggi no, lo sposo è con noi. |