Omelia (25-04-2004) |
padre Paul Devreux |
La Chiesa nascente Oggi contempliamo la Chiesa nascente. I discepoli non sanno cosa fare, sono storditi e si attaccano alla normalità. Perciò tornando al loro vecchio lavoro. Notiamo che Pietro non dice ai compagni: "Andiamo a pescare", come farebbe un leader, ma semplicemente: "Io vado a pescare". Non pescano nulla quella notte. Sembra un'inclusione. Il Vangelo è cominciato cosi, e ora, senza Gesù, torna l'amarezza di una vita dura e infruttuosa. Gesù si ripresenta in punta di piedi. Con sapienza e gradualità si fa riconoscere e accettare. Sa che la sua è una presenza scomoda per i discepoli, che sono disorientati. Vediamo che i discepoli accettano la proposta di rigettare le reti sotto il suggerimento di questo sconosciuto, nonostante la stanchezza. La prima volta Pietro fece qualche rimostranza a Gesù, mentre questa volta ubbidiscono in silenzio. Forse questa voce già risveglia in loro un'antica speranza. Sarà Giovanni a sbilanciarsi per primo dicendo ciò che pensano tutti e che fanno fatica a credere: "E' il Signore!". Questa presa di coscienza smuove tante risonanze contrastanti nei discepoli, positive e negative, di gioia e di dolore. La riprova di ciò è che tutti vanno da Gesù, ma nessuno osa fiatare. E' una situazione surreale. Gesù si sta rivelando un mistero sempre più grande, e quasi si vergognano della confidenza con la quale lo trattavano quando era ancora con loro. Mi torna in mente quella frase di Gesù che disse: "Quando mi vedrete, non mi farete più nessuna domanda!". Il mistero affascina, ma mette anche soggezione. Toccherà ancora a Gesù prendere l'iniziativa per cercare di rompere il ghiaccio, ma lo fa con molta delicatezza e prendendo tutto il tempo che ci vuole perché la coscienza dei suoi discepoli si abitui alla sua presenza. E' bello contemplare il silenzio di questi discepoli che mangiano non per fame, ma giusto per darsi un contegno. Fanno fatica a mandare giù il boccone. Alla fine Gesù comincia a parlare. Anche qui Gesù aiuta la coscienza dei discepoli non parlando a tutti, ma ha uno solo, a Pietro. Ma parlando a Pietro, Gesù parla a tutti noi. Ascoltiamo cosa ha da dirci. [15]Quand'ebbero mangiato, Gesù disse a Simon Pietro: "Simone di Giovanni, mi vuoi bene tu più di costoro?". Gli rispose: "Certo, Signore, tu lo sai che ti voglio bene". Gli disse: "Pasci i miei agnelli". [16]Gli disse di nuovo: "Simone di Giovanni, mi vuoi bene?". Gli rispose: "Certo, Signore, tu lo sai che ti voglio bene". Gli disse: "Pasci le mie pecorelle". [17]Gli disse per la terza volta: "Simone di Giovanni, mi vuoi bene?". Pietro rimase addolorato che per la terza volta gli dicesse: Mi vuoi bene?, e gli disse: "Signore, tu sai tutto; tu sai che ti voglio bene". Gli rispose Gesù: "Pasci le mie pecorelle. [18]In verità, in verità ti dico: quando eri più giovane ti cingevi la veste da solo, e andavi dove volevi; ma quando sarai vecchio tenderai le tue mani, e un altro ti cingerà la veste e ti porterà dove tu non vuoi". [19]Questo gli disse per indicare con quale morte egli avrebbe glorificato Dio. E detto questo aggiunse: "Seguimi". |