Omelia (25-07-2012) |
Paolo Curtaz |
Commento su Matteo 20,20-28 Giacomo il maggiore, per distinguerlo dal cugino di Gesù, è fratello di Giovanni apostolo e insieme a lui e a Pietro, è stato chiamato a far parte del privilegiato gruppo dei tre apostoli che hanno seguito Gesù alla trasfigurazione e al Getsemani. Lo ricordiamo perché è stato il primo, fra i dodici, a versare il proprio sangue in testimonianza al Signore. È bello per noi, nel cuore dell'estate, fare memoria di un apostolo. Siamo così poco abituati a pensarli come persone reali, che hanno avuto un percorso di vita, degli affetti, che hanno compiuto degli sbagli, che portavano nel cuore dei sogni... Giacomo, spesso, ce lo immaginiamo come una statua e non come una persona reale. E invece... Quanta passione deve avere attraversato il suo cuore per lasciare tutto e seguire il Maestro? E per restargli fedele fino alla morte drammatica? Quanta fatica deve avere fatto per superare gli scogli incomprensibili che si sono presentati lungo il percorso di Gesù? Quante notti insonni ha affrontato pensando a ciò che stava accadendo? Sappiamo che, secondo la tradizione, il suo corpo è sepolto in Spagna, meta di pellegrinaggi dal Medioevo. Chiediamogli, oggi di diventare dei veri cercatori di Dio, dei pellegrini... |