Omelia (09-08-2012) |
Paolo Curtaz |
Commento su Matteo 25,1-13 Nel cuore dell'estate la Chiesa celebra la drammatica testimonianza di fede di suor Teresa Benedetta della Croce, uccisa ad Auschwitz nell'ultimo drammatico conflitto mondiale. Un segno di speranza nella follia delle tenebre. Le due guerre mondiali hanno rappresentato uno dei punti più bassi del degrado umano, un punto di non ritorno. La follia nazista e lo sterminio dei campi di concentramento, gli oltre sei milioni di ebrei uccisi, i rom, gli omosessuali, gli oppositori politici, hanno dato corpo al demone della ragione che alberga in ogni totalitarismo. In quelle tenebre la Chiesa ha faticato a fornire speranza, a dare testimonianza di luce. Edith Stein è stata una di quelle stelle luminose che danno un barlume di luce nella notte della ragione. Studiosa tedesca di origine ebraica, filosofa e docente universitaria, Edith scopre gradatamente la fede cristiana e si fa battezzare. Chiamata da Dio entra in monastero di clausura da dove verrà arrestata durante uno dei rastrellamenti nazisti per essere condotta in campo di sterminio. Solidale con la sua stirpe, offerta in dono al Padre, Edith, insieme a molti altri, rappresenta nella crudezza del tempo la speranza della croce. A lei affidiamo la nostra Europa spaesata e fragile, costruita sull'economia comune e non sui valori di popoli che in Cristo hanno avuto lo stesso denominatore comune. E se ne vedono le conseguenze... |