Omelia (17-08-2012)
Paolo Curtaz
Commento su Matteo 19,3-12

È la pagina più antipatica di tutto il vangelo, almeno per noi maschi. Ed è certamente autentica: nessuno sano di mente si sarebbe sognato di attribuire a Gesù parole per noi così sfavorevoli! Al tempo di Gesù esisteva il divorzio, anche se era decisamente sessista: un uomo poteva rimandare a casa la propria moglie, era sufficiente un atto di ripudio. E, per calcare la mano, qualche furbetto era riuscito ad attribuire a Mosè la pratica, così da renderla inossidabile e piuttosto maschilista. La domanda rivolta a Gesù sembra essere una richiesta di conferma di una pratica diffusa che nessuno, nemmeno le donne, si sarebbe mai permesso di contestare. Tutti, eccetto Dio. E questa è la grande e sconcertante novità proposta da Gesù: la coppia è invenzione di Dio, non dell'uomo. È suo il progetto, sua l'intuizione felice. Se, perciò, nel nostro cammino desideriamo amarci per tutta la vita, la nostra non è una pia illusione retaggio del passato, ma il sogno che Dio ha sulla famiglia. A partire da questo testo così inequivocabile dobbiamo umilmente affrontare le difficili situazioni di coppie separate, senza tradire la verità del vangelo ma senza spegnere la speranza...