Omelia (18-08-2012) |
Paolo Curtaz |
Commento su Matteo 19,13-15 I bambini fanno rumore, ovvio. Soprattutto in chiesa, durante le nostre funzioni. E più sono piccoli e più sono fastidiosi, si permettono magari di piangere disperati proprio nei momenti mistici della celebrazione. E poi questi bambini che non vengono a messa se non perché "obbligati" dai parroci! Che roba! E i genitori vivono in ansia perenne: tentano di recepire qualche brandello della liturgia e, nel contempo, devono rincorrere i loro cuccioli che si ridestano all'odore dell'incenso. Per non parlare degli sguardi impietosi e giudicanti delle vicine di banco, arzille signore che in cuor loro pensano che non ci sono più i genitori di una volta... Quanto siamo lontani dal vangelo! Quanto sono noiose le nostre celebrazioni per i bambini! Di quanta conversione abbiamo bisogno! Gesù la strada l'ha indicata chiaramente, proprio ai suoi apostoli che pensavano di liberare il Maestro dalla vivacità dei bambini, cosa che lui, invece, gradiva e gradisce. Certo, se poi un bambino ha deciso di sfidare il celebrante e urla più forte dei microfoni sarà delicatezza dei genitori uscire qualche minuto o, meglio, avere uno spazio riservato, ma per il resto... lasciamo che i bambini vadano a lui! |