Omelia (23-08-2012)
Paolo Curtaz
Commento su Matteo 22,1-14

La pagina che abbiamo letto è, probabilmente, un collage di diverse parabole di Gesù che Matteo mette insieme. Così ci dicono gli studiosi ad un attento esame della struttura letteraria. Certamente al centro c'è la parabola dell'invito alle nozze rifiutato, che troviamo anche in Marco, poi un detto di Gesù sulla distruzione di Gerusalemme, intesa come "punizione" non nel senso di un intervento diretto di Dio ma della conseguenza di un'ostinazione da parte degli uomini che rifiutano di essere salvati e, infine, l'episodio dell'invitato senza abito adatto alle nozze (un po' illogico nel contesto, visto che era un mendicante!). Tutti questi tre "detti" di Gesù ci portano verso un'unica direzione: il Signore ci rivela il desiderio, da parte di Dio, di salvare tutti gli uomini e della fatica che facciamo ad accogliere questa salvezza, accampando mille scuse. Cosa abbiamo di meglio dell'essere felici? Cosa abbiamo di più importante da fare, oggi, del capire cosa ci stiamo a fare su questa terra? Indossiamo l'abito del pellegrino e camminiamo verso l'invito a nozze, chi ci aspetta è uno sposo, non un Dio vendicativo e sadico, proiezione delle nostre peggiori paure...