Omelia (24-08-2012) |
Paolo Curtaz |
Commento su Giovanni 1,45-51 Dove sta scritto che per essere santi bisogna avere un buon carattere? Certo, se insistiamo nel pensare che il santo sia un uomo in naftalina, misurato nelle emozioni, asettico e garbato allo sfinimento allora va bene. E ci sono santi di questo genere. Ma, grazie al cielo!, ci sono anche santi dal pessimo carattere, come il grandissimo Gerolamo, o santi pettegoli, come Bartolomeo. Il nome evangelico è Natanaele, è nativo di Cana di Galilea e Bartolomeo potrebbe significare "figlio dell'agricoltore" o "figlio valoroso". Il quadretto che ci racconta Giovanni evangelista ci basta per descrivere il carattere di Natanaele che conosce benissimo la Scrittura, e che cita ben a proposito riguardo al fatto che Nazareth è un posto talmente sperduto da non essere mai nominato dalla Bibbia; Natanaele che dimora sotto il fico, l'albero della meditazione della Torah secondo la poetica visione dei rabbini e che dice sempre quello che pensa, anche a sproposito. Ci sono persone così, anche nella Chiesa. Ma la cosa stupenda è l'atteggiamento di Gesù che trasforma un brutto aspetto del carattere in una virtù: Natanaele è una linguaccia, ma Gesù dice che è un uomo senza ombre... Solo vedendo il positivo le linguacce diventano santi! |