Omelia (06-09-2012) |
Paolo Curtaz |
Commento su Luca 5,1-11 Prendete il largo. Pietro e i suoi compagni sono rassegnati ad una giornata partita male, senza nemmeno un pesce raccolto per la sopravvivenza. Rassettano le reti, scoraggiati e innervositi da quel perdigiorno che raduna tanta gente parlando di Dio. Sono pii israeliti e praticanti, probabilmente, ma non hanno certo tempo da perdere in un momento di crisi: la fatica del lavoro è l'unica priorità.Prendete il largo . Si sentono dire dal profeta improvvisato e Pietro non sa se dare una rispostaccia. Garbatamente accetta l'invito, forse con la sottile soddisfazione di vedere la faccia del profeta imbarazzata per l'ennesima pesca a vuoto. Nessun pescatore getta le reti di giorno, dopo avere faticato tutta la notte. E invece. Prendete il largo. Se imparassimo a fidarci di Dio! Se la smettessimo, nella vita e nella Chiesa, di lamentarci per tutte le cose che non funzionano, per i risultati scadenti, per le iniziative che non funzionano! Se avessimo il coraggio di osare l'impossibile, di andare senza paura, di fidarci, infine. Pietro e gli altri sono sconcertati e cadono ai piedi del profeta. Che dire? Sentono la distanza fra la loro poca fede e la sua immensa grandezza. Come noi. |