Omelia (10-09-2012)
Paolo Curtaz
Commento su Luca 6,6-11

Da una parte si trovano gli scribi e i farisei, quelli che conoscono bene la Torah e la studiano e quelli che vivono ogni piccolo precetto, i puri, i perfetti. Seguono Gesù per coglierlo in fallo, non prevedono in alcun modo che possa avere una qualche minima ragione. Sanno di essere dalla parte di Dio e che questo improvvisato profeta senza titoli di studio e senza patente da devoto li ridicolizza e si fa beffe delle loro usanze. Sono lì per accusarlo e nemmeno davanti al prodigio di un uomo guarito si mettono in discussione, anzi. Davanti alla disarmante domanda di Gesù non sanno cosa rispondere: certamente Dio vuole che di sabato si faccia il bene, chiunque lo capisce, ma la loro puntigliosità è sconcertante e il loro amor proprio senza misura; sono furiosi verso Gesù e tramano di ucciderlo! Dall'altra c'è lui, il maestro. Come è brutto essere presi di mira! Ed essere sempre al centro dell'attenzione altrui! Ma il Signore tira diritto, ha una missione ben precisa: vuole che tutti sappiano che la fede non è quello sgorbio che ne hanno fatto i religiosi del tempo. Ha compassione e non mette la legge al centro, ma l'uomo che soffre...