Omelia (14-09-2012)
Paolo Curtaz
Commento su Giovanni 3,13-17

Un evento storico sta all'origine della festa dell'Esaltazione delle croce: la regina Elena, madre dell'imperatore Costantino, cristiana, approfittò della sua posizione per organizzare un imponente pellegrinaggio in Terrasanta con la benedizione (e moltissimi denari) del figlio. La sua devozione la spinse a visitare tutti i luoghi in cui si era conservata la memoria della presenza del Signore e ad ordinare la costruzione di imponenti basiliche. Sopra il luogo della crocifissione sorgeva un tempio pagano che la regina non esitò a far demolire per ritrovare la collina del Golgota e le tombe adiacenti. Secondo una pia tradizione, in una delle cisterne contigue agli scavi vennero trovate delle croci fra cui quella di Gesù che venne portata trionfalmente a Costantinopoli, un 14 settembre. Quello che resta di questa tradizione è il significato profondo dell'evento: la croce che celebriamo è quella gloriosa, non lo strumento di tortura ma la manifestazione della misura dell'amore divino. Non esaltiamo la sofferenza, che Dio non ama e non gradisce, ma la testimonianza dell'amore di Dio che Gesù ha manifestato morendo in croce.