Omelia (24-09-2012)
Paolo Curtaz
Commento su Luca 8,16-18

Siamo chiamati a mettere la fiamma della fede in alto, perché illumini la nostra e l'altrui vita. Smettiamola di vergognarci della nostra fede, di nascondere le nostre convinzioni. Il mondo ha bisogno di testimoni, non di pavidi credenti, di animali da sacrestia che non sanno dare ragione della speranza che è in loro. Il mondo è diventato aggressivo e spietato nei confronti dei cattolici, in Europa, in particolare, il pensiero dominante accusa la Chiesa di essere una specie di associazione a delinquere. Che miopia! Che incapacità nel leggere gli eventi, che mancanza di equilibrio nell'interpretare la storia! Certo: ci sono stati dei clamorosi esempi di tradimento dei principi evangelici, ma quante testimonianze di coerenza e di libertà in questi due millenni! Mettiamo la luce della fede in alto. Lasciamo che contagi le nostre scelte, il nostro pensiero. Facciamo uscire dalla sacrestia il vangelo, per farlo dialogare con la vita reale, con l'economia, la politica. E per far splendere la fede in noi stessi, come ammonisce Gesù, impariamo ad ascoltare con attenzione la Parola quotidianamente con noi.