Omelia (04-10-2012)
Paolo Curtaz
Commento su Matteo 11,25-30

Auguri Italia! Oggi festeggiamo il nostro amico Francesco poverello, uno dei santi protettori della nostra terra sofferente e demotivata. Sia lui a ridare quell'entusiasmo di cui l'Italia ha urgente bisogno!

Quanto ci emoziona Francesco poverello! Quanto sentiamo emergere forte, in noi, il sogno di un'umanità redenta, di una vita possibile, di una santità fuori da ogni logica, eccessiva, giocosa, ridente, folle! Sì, è un folle di Dio frate Francesco, nell'Italia dei Comuni e delle lotte fratricide (già allora...), del genio italico del padre Pietro, della Chiesa onnipresente e statica, così simile alla nostra... è un folle che segue la sua chiamata, che osa, che smette le vesti del giovane rampante per vestire quelle urticanti del sacco. È un folle innamorato dello Sposo, che lo cerca, inquieto, che accetta di rivedere la sua regola considerata impraticabile da tutti, che cerca di convincere il Sultano a lasciar perdere la guerra, che insegna ai poveri di Greccio a fidarsi di quel bambino nato in una stalla, come loro. È folle il frate poverello che canta a squarciagola le lodi di Dio e delle sue creature, che sa convertire i lupi, quelli a quattro e a due gambe, che sa predicare ai pesci e agli uccelli. È folle di quella follia che manca al nostro cristianesimo severo e compassato, irrigidito e noioso. Anche noi, come i fratelli ortodossi, non possiamo che chiamarlo omoiotèta, il Somigliantissimo (a Cristo).