Omelia (10-10-2012) |
Paolo Curtaz |
Commento su Luca 11,1-4 Insegnaci a pregare, Signore, che ne sappiamo noi mendicanti, di preghiera? Come possiamo imitare la tua preghiera intensa, quella preghiera che ha preceduto e accompagnato ogni tua scelta, ogni tuo gesto, ogni tuo miracolo? No, sono fragili le nostre preghiere, non sanno chiedere, non sanno ringraziare, non sanno aspettare. Spesso, troppo spesso, sono solo fiumi di parole, invocazioni messe in fila quasi per sfinire te e noi... E riti affrettati o liturgie pompose che pensano di renderti gloria in proporzione alla lunghezza delle loro cerimonie. Insegnaci a pregare, Signore, per accedere a Dio, in nome tuo, per orientare la nostra vita, per sapere cosa fare, quando è tenebra; per resistere, quando è notte; per gioire, quando il sole della tua presenza è alto nel cielo della nostra vita! Insegnaci a pregare, Signore, perché abbiamo un solo Maestro che ci possa consolare e sei tu. Te solo riconosciamo, te solo invochiamo, senza correre dietro ad altri, senza illuderci che qualcuno, oltre a te, ci possa portare verso Dio. Insegnaci a pregare, Maestro, come fece Giovanni Battista con i suoi, per essere riconosciuti, per esserti discepoli. E Gesù risponde. Quando pregate, dite così: Padre... |